14 ottobre 2022

I finalisti 2022

 Premio di Cultura Monte Caio - Edizione 2022

"La Cultura Scala le Montagne"


Consegna del premio sabato 22 Ottobre 2022, ore 10 a Calestano

L’opera prescelta sarà annunciata nella cerimonia di premiazione pubblica in programma il giorno Sabato 22 ottobre alle ore 10 a Calestano nella sala Andrea Borri, in via Mazzini 1 (ex Casa del Popolo).

All’autore dell’opera vincitrice il premio di 1500€ stanziato dal bando di gara; agli altri due finalisti non assegnatari del premio verranno donati prodotti alimentari d’eccellenza delle terre montane della Provincia di Parma.


La Giura del Premio letterario, tra le opere edite pervenute, ha selezionato le tre opere finaliste:

In bosco”, di Daniele Zovi, edizioni Utet, 2021

Il moro della cima”, di Paolo Malaguti, edizioni Einaudi, 2022

Portfolio alpino”, di Giuseppe Mendicino, edizioni Priuli & Verlucca, 2018



    Daniele Zovi, autore di “In bosco. Leggere la natura su un sentiero di montagna”, edito da Utet nel 2021

    Daniele Zovi è nato nel 1952 a Roana e cresciuto a Vicenza per quarant’anni ha prestato servizio nel Corpo Forestale dello Stato, prima come ufficiale e poi come dirigente. Uno tra i massimi esperti nazionali in materia di animali selvatici e autore di diversi trattati sull’argomento, ha pubblicato una serie di libri con Utet tra cui “Alberi sapienti, antiche foreste” nel 2018, “Italia selvatica” nel 2019,  “Autobiografia della neve” nel 2020 e raccolte per giovani lettori come “Alla scoperta degli animali del bosco” del 2020 e “I racconti del bosco” del 2020 editi da De Agostini.

    Con “In bosco”, Daniele Zovi ha fatto ritorno nei suoi boschi, sopra l’altopiano di Asiago, dopo le restrizioni imposte dalla pandemia. È tornato a cercare i segni e le manifestazioni più straordinarie della natura tornando sui passi che ha fatto molte volte nel corso della sua vita – ma con uno sguardo rinnovato.
    Su quei sentieri famigliari e ritrovati che si diramano nei boschi, il lettore lo segue in un cammino tra ricordi personali e nuove scoperte.

    Sulle sue orme, a nostra volta come lettori impariamo a riconoscere i segni della natura, le tracce degli animali, i cambiamenti nell’aria e proviamo curiosità e meraviglia per il bosco.

    Tra le pagine si inizia a percepire un modo paziente di sentire il tempo che è possibile in questo ambiente; e ci si emoziona davanti ai segni che secoli di storia hanno lasciato sull’altopiano di Asiago. Un luogo dove – notava Rigoni Stern – “non esistono castelli di nobili, non esistono ville di signori, né cattedrali di vescovi, per il semplice fatto che la terra è del popolo e i suoi frutti sono di tutti come ad uso antico”

    Daniele Zovi oltre che un esperto naturalista è un narratore prezioso, capace di svelare l’intreccio costante di clima, paesaggio, animali e piante che racchiude la vita segreta del bosco.


    .

    Paolo Malaguti, autore di “Il moro della cima”, edizioni Einaudi 2022, in corsa per la premiazione.

    Paolo Malaguti è nato a Monselice (Padova) nel 1978. Docente di Lettere, è autore di Sul Grappa dopo la vittoria (Santi Quaranta 2009), Sillabario veneto (Santi Quaranta 2011), I mercanti di stampe proibite (Santi Quaranta 2013), La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza 2015, con cui ha partecipato al Premio Strega), Nuovo sillabario veneto (BEAT 2016), Prima dell’alba (Neri Pozza 2017), Lungo la Pedemontana. In giro lento tra storia, paesaggio veneto e fantasie (Marsilio 2018) e L’ultimo carnevale (Solferino 2019).
    Per Einaudi ha pubblicato Se l’acqua ride (2020) – con cui ha vinto il premio Latisana


    per il Nord-Est (ex aequo) e il premio Biella Letteratura e Industria, ed è stato finalista al premio Campiello –  e Il Moro della cima (2022)

    Come si legge sul sito dell’editore Einaudi, “un ritorno alla Prima guerra mondiale con gli occhi di un personaggio leggendario che, incredibile a dirsi, è esistito davvero”.

    Una biografia romanzata di tale Agostino Faccin, “il Moro” per tutti, e la cui grande aspirazione è percorrere quelle montagne che svettano vicino a casa su tutte la Grapa, l’odierno Grappa, per la quale prova una sincera venerazione e di cui altro non vorrebbe che vederla rimanere intatta per sempre.
    Ma nell’avanzata della Grande Guerra, la Grapa è un naturale baluardo d’arresto per l’offensiva nemica. E così vengono scavate trincee, perforate gallerie e spianate strade, stravolgendo il mondo che il Moro ritiene perfetto e a cui si sente di appartenere. Sarà quindi costretto dai militari a lasciare la montagna e scendere a valle, mentre si compie in quota la triste carneficina. Finito il fuoco delle armi, Il Moro farà ritorno sulla cima e di fronte allo sconvolgimento dell’ambiente dalla guerra cercherà di rendere onore alla sacralità della montagna.

    Una storia di amore interiore per il monte Grappa, per l’ambiente montano nel suo insieme e per un mondo che si vorrebbe eternamente incantato, scritta in una prosa dai toni poetici, sullo sfondo della storia umana di chi deve patire la tragedia della guerra – in uno spaccato della Prima Guerra Mondiale che non può lasciare indifferenti.




    Giuseppe Mendicino, selezionato come finalista per l’opera “Portfolio alpino” edizioni Priuli & Verlucca, 2018.

    Giuseppe Mendicino è considerato il maggior esperto di Mario Rigoni Stern (ne è autore della voce dedicata nell’enciclopedia Treccani). Nel 2013 ha pubblicato per la Einaudi “Mario Rigoni Stern. Il coraggio di dire no”, una raccolta delle sue più significative interviste e conversazioni; nel 2006 ha compilato la raccolta di scritti inediti di Mario Rigoni Stern “Dentro la memoria. Scritti dall’altipiano” (ed. Domus, 2007), scelti insieme all’autore e pubblicato da Meridiani Montagne; nel 2014 ha pubblicato il libro di Pierantonio Gios “Lettere dal fronte”, la corrispondenza di Mario Rigoni Stern e di altri ragazzi dell’altipiano (Tipografia moderna, 2014). È stato coautore di: “Il dialogo segreto. Le Dolomiti di Dino Buzzati” (2012) e “Rolly Marchi Cuore trentino” (2013) entrambi editi da Nuovi sentieri; per Meridiani Montagne ha curato la raccolta di testi di Massimo Mila “Montagnes valdôtaines” (ed. Domus, 2008). Nel 2016 ha ricevuto il Premio speciale della giuria al Premio letterario Leggimontagna in Carnia;

    Sull’opera finalista per il Premio Monte Caio, “Portfolio alpino”, l’autore si esprime in questo modo:

    Ho cercato di raccontare alcuni momenti significativi della vita di uomini e donne che hanno tenuto fede con caparbietà ai loro principi di libertà. In tutti, una grande passione per le montagne. Ernest Hemingway, Dino Buzzati, Ettore Castiglioni, Amilcare Crétier, Dante Livio Bianco, Renato Chabod, Giovanna Zangrandi, Massimo Mila, Giuseppe Lamberti, Toni Gobbi, Nuto Revelli, Primo Levi, Rolly Marchi, Mario Rigoni Stern, Adolf Vallazza, Tina Merlin, Sergio Arneodo, Tino Aime, Mirella Tenderini, Giovanni Cenacchi e Paolo Cognetti.
    Spero che questo libro stimoli a saperne di più delle donne e degli uomini di cui narra, e vorrei che i lettori salissero sulle loro montagne cercando, se l’uomo non le ha rovinate, quel soffio di libertà che sentivano loro, la stessa ampiezza di orizzonti, naturali e civili.

    Un affresco corale che lega assieme disparati “scrittori di montagna” che costituiscono quasi un piccolo universo che affianca figure di grande notorietà ad altre largamente sconosciute ma memorabili, imprese grandi e piccole; eroismi celebrati ed altri silenziosi, da parte di uomini del Novecento nati quasi tutti nel primo quarto del secolo.

    In bocca al lupo a “Il moro della cima”, arrivederci a Calestano sabato 22 ottobre e che vinca il migliore.